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Biografia

Critica per Giusy Giorgianni

Niente è complicato se ci cammini dentro

Biografia

Giusy Giorgianni nasce a Milazzo dove attualmente vive e lavora.

Si diploma all’Istituto d’arte dove prende coscienza di quello che sarà il suo percorso artistico, ovvero quello pittorico. Negli anni a seguire, grazie ad un maestro d’arte, si specializza nella tecnica dell’olio, dove riuscirà con essa ad esprimersi nella maniera più totale e coinvolgente.

Dagli anni ’90 l’artista inizia ad esporre alle sue prime collettive, muovendosi prima su tutto il territorio siciliano e poi espandendosi in tutta Italia.

La sua prima personale, del 2006, viene dedicata ai pescatori del suo territorio di origine, la Sicilia, dove esplode nella sua più totale voglia di dialogare con l’osservatore; da quella personale l’artista si muoverà costantemente con numerose personali e collettive.

Uno degli anni più importanti è sicuramente il 2010, quando inizia la collaborazione con uno dei gruppi musicali che l’artista segue da sempre: i Nomadi; arriva così l’Esposizione Personale emotivamente più travolgente del suo percorso artistico, fatta a Novellara e dal titolo “ Tributo ad Augusto Daolio”; subito dopo arriva la copertina dell’album “Canzoni nel vento” dove Giusy ritrae il volto e l’anima del musicista.

Tra le esposizioni più importanti a cui partecipa emergono nel 2008 e nel 2010 la Biennale d’arte di Milazzo, nel 2010 anche alla Triennale di Roma e ad Agrigento Arte.

Nel 2011 viene selezionata per la 54esima esposizione Internazionale d’arte della Biennale di Venezia Padiglione Italia a cura di Vittorio Sgarbi.

Tra i riconoscimenti spicca il primo premio “Renato Guttuso” del 2009.

Molte delle sue opere fanno parte di numerose collezioni private.


 

Niente è complicato se ci cammini dentro

Giusy Giorgianni predilige la morbidezza e le sfumature dell’olio su piccoli e grandi supporti di tela; amante del figurativo si avvicina al realismo mantenendo costante il pensiero tra rappresentazione del reale e visione del concettuale.

Il suo cammino racconta storie di carattere sociale, dalle denunce alla narrazione del popolo della sua terra; parla del suo personale quotidiano e dei riflessi che ne derivano.

L’utilizzo dei colore caldi immergono l’osservatore in uno stato di accogliente benessere, l’artista lo invita infatti ad entrare nel suo più intimo racconto quotidiano e viscerale.

Nello stesso modo ama anche il bianco/nero e l’effetto avvolgente del suo chiaroscuro; il bianco soffice ed il nero imponente non sono mai visti con un forte contrasto, ma bensì cullati da un grigio corposo che dialoga tra le due tonalità, ecco perché i soggetti non appaiono mai in uno stato di preoccupazione esistenziale ma sono sempre immersi in un’atmosfera tranquilla e confortevole dove ci si può identificare attraverso il proprio vissuto.

 

Uno dei percorsi più rilevanti dell’artista, sempre in continua evoluzione, è la rappresentazione pittorica della Sindrome di Kanner (ovvero l’autismo) vista attraverso la vita del figlio Ciccio.

Giusy affronta il tema dell’autismo attraverso gli occhi del figlio, viaggiando, non solo dentro l’anima del soggetto dipinto, ma anche, attraverso la sua personale sensibilità di donna-madre e artista, senza preoccuparsi di “occhi indiscreti” ed affrontando con energia questo cammino sia pittorico che vitale.

L’artista non si ferma mai solo a ciò che è la propria esperienza o quella del figlio, ma dipinge anche “attraverso gli occhi degli altri”; viaggia nella propria consapevolezza di donna “nomade” di un mondo che la accoglie tra le sue storie.

Giusy cammina all’interno delle tele applicando le proprie conoscenze e mutando quotidianamente, ed è questa la sua forza: l’esigenza fisica del raccontarsi e del descrive ciò che aderisce alla sua pelle, ciò che la tocca, ciò che è semplice, naturale, e leggero.

L’artista si evolve con il tempo fino a masticarlo e a tramutarlo in colore su tela.

Una citazione riassume il percorso emotivo dell’artista:

 

Niente è complicato se ci cammini dentro.

Il bosco visto dall'alto è una macchia impenetrabile,

 ma tu puoi conoscerlo albero per albero.

La testa di un uomo è incomprensibile

finché non ti fermi ad ascoltarlo.
-
Stefano Benni-

Giusy cammina dentro le vicende, le sente sottopelle, se ne appropria fino a farle esplodere su tela; senza paure, rancori, solo vissuti da raccontare con coraggio, dove la testa di un uomo è comprensibile solo se si ha forza di udirla con le vene.

 

Critica a cura di Benedetta Spagnuolo

06 Luglio 2015